Edith, il dramma d’amore di Piaf e Cerdan in un’opera neo-pucciniana
di Sonia Bisceglia
Ha debuttato al Teatro Carlo Felice "Edith", nuova commissione dell'Ente Lirico genovese al librettista Guido Morra e al compositore Maurizio Fabrizio, autori di canzoni memorabili per grandissimi interpreti della canzone italiana tra cui Mia Martini (Almeno tu nell'universo) e Renato Zero (i migliori anni della nostra vita).
La storia, a 60 anni dalla nascita, è quella di Edith Piaf, una delle protagoniste assolute della canzone francese, che ha regalato al mondo brani immortali come "La vie ne rose", "Milord", "Non, je ne regrette rien". Del celebre "passerotto" si racconta soprattutto la liaison con Marcel Cerdan, il pugile campione mondiale di pesi medi con il quale ha avuto una bruciante storia d'amore, conclusasi tragicamente con la morte del boxeur in un incidente aereo.
Nel 2001 Morra e Fabrizio avevano già composto insieme un musical sulla vita di Cerdan, intitolato "Il Grande Campione", in cui cantava, dando botte vere, un grandissimo Massimo Ranieri.
Ma questa volta ci troviamo di fronte a un'opera lirica vera e propria, musicalmente molto intensa e ricca di spunti melodici orecchiabili ed emozionanti. La partitura di Edith ci riporta infatti ai tempi d'oro del melodramma italiano, con sovrabbondanza di echi Pucciniani, per diventare più ritmata e coinvolgente nelle scene di azione, specie quelle in cui assistiamo ai match di pugilato. Originali, ironici e moderni (per fortuna rinunciano alle antiquate troncature amor-cuor) sono i versi di Morra: ad esempio, parlando dello storico rivale La Motta si canta "Jake è un fiume in piena e non ha ironia/urta, cozza, pressa, ti malmena, ti rifa l'anatomia./Indomabile, selvaggio, non s'intende di bon-ton/ti propina il suo massaggio fin da quando non suonerà quel gong".
Di alto livello il cast: nei panni della protagonista troviamo la delicata Salome Jicia, brava nel tratteggiare una donna appassionata e persa d'amore, ma forte e indipendente, che riesce a tener testa ai tanti uomini che cercano di dominarla. Molto convincente sul piano vocale e dotato del giusto phisique du role il Marcel di Francesco Pio Galasso.
Il pubblico ha tributato un'accoglienza convintamente calorosa a questa prima assoluta di un'opera finalmente tutta nuova, ambiziosa e affascinante. Magari auspicando la registrazione su disco della colonna sonora, in modo da famigliarizzare con tante melodie accattivanti, segnate dal tipico timbro di fabbrica di uno dei più talentuosi melodisti italiani.
Sonia Bisceglia