Una Mole di creazioni immaginifiche con Tim Burton

01.04.2024

di Franco Travaglio


Pochi autori come Tim Burton hanno saputo segnare la storia del cinema contemporaneo con film iconici della potenza di "Edward mani di forbice", "Nightmare before Christmas", "Big Fish". A caratterizzarlo, rispetto a suoi anche più blasonati colleghi, la capacità di creare un mondo immaginifico, che si può riconoscere per una coerenza stilistica inconfondibile e per l'attenzione rivolta ai reietti, ai 'freaks', a tutte quelle creature emarginate, solitarie e peculiari che rappresentano gli esclusi dalla società dell'omologazione, a cui l'artista ha dedicato appassionati poemi visivi in cui il riscatto, l'inclusività, l'accettazione del diverso hanno il pregio della rara sensibilità, nata in tempi non sospetti e quindi mai di maniera.

Inoltre i film di Burton non sono mai buonisti, ma non rinunciano mai a una certa perfidia sadica con cui il protagonista si fa beffe del luogo comune, del bullismo machista, del perbenismo di sistema. Come non pensare alla scena in cui Mercoledì Addams, nella serie recentemente prodotta, riempie di voraci piranha la piscina in cui nuotano sereni i bulli palestrati che hanno appena aggredito il fratellino?

Il mondo di Tim Burton, il suo sistema valoriale, l'apparato fantastico parto della sua inesauribile creatività visiva sono ben sintetizzati e illustrati ne "Il mondo di Tim Burton", mostra multimediale di rara potenza e fascino evocativo allestita fino al 7 aprile nella perfetta cornice del Museo del Cinema di Torino (la Mole Antonelliana che la ospita, che per le forme sghembe sembra uscita da un suo disegno è stata incastonata nel logo). Adattata dal direttore del Museo Domenico De Gaetano, è ideata e co-curata da Jenny He in collaborazione con lo stesso Burton, vanta cifre record e molte date sold-out, come succede agli eventi live.

E "live" è l'aggettivo che meglio descrive questa esperienza, così lontana dalla passività museale di certe mostre, che esorta alla creatività i visitatori trans-generazionali, li stimola alla fantasia più sfrenata soprattutto facendoci soppesare il rapporto tra la miriade di progetti accantonati e mai realizzati, tutti esattamente affascinanti e intriganti quanto i tantissimi realizzati, e scoprire il Burton illustratore, narratore e sceneggiatore oltre a quello più noto del regista.

Nove le sezioni tematiche tra "schizzi, dipinti, disegni, fotografie, concept art, storyboard, costumi, opere in movimento, maquette, pupazzi e installazioni scultoree a grandezza naturale": In giro per il mondo (i suoi disegni realizzati dovunque, dalle salviette dei ristoranti alla carta dei quotidiani), Polaroid (scatti con la celebre fotocamera, in alcuni casi profetici dei suoi capolavori), Influenze (l'eredità, soprattutto visiva, a cui ha attinto da ragazzo), Opere Figurative (le sue visioni più personali), Progetti non realizzati (a partire da un libro per ragazzi garbatamente rifiutato dalla Disney anni prima di accoglierlo tra i suoi creativi e decenni prima del suo Dumbo live-action), Personaggi dei film (di tutti i 21 progetti realizzati dal grande al piccolo schermo), Carnevalesco (Burton dà il meglio di sé con mostriciattoli di ogni tipo), Festività (molto sentite e importanti in tutti i suoi film), I reietti incompresi (come si diceva al centro di ogni sua narrazione).

Completa la mostra una sezione che riproduce fedelmente lo studio dell'artista, un cronologia, e l'elenco (sterminato) di attori e creativi che hanno collaborato col genio di Burbank.

Ci si augura che la mostra non concluda la sua esperienza italiana a Torino ma che altre città possano ammirare il suo talento infinito. Ma sarà sicuramente difficile trovare una cornice più adatta della Mole.

Franco Travaglio

MuTeVoLi © Tutti i diritti riservati 2023
Creato con Webnode Cookies
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia