Io Venere tu Pesci. Lo zodiaco è tutto da ridere con Giuseppe Sorgi

11.11.2025

di Sonia Bisceglia e Franco Travaglio

Cosa succederebbe se si impartisse una lezione di astrologia usando tecniche da stand-up comedy, mixando il tutto con gustosi aneddoti e lo illustrassimo con i colori dell'inflessione sicula e una mimica da mattatore? Il risultato è "Io vergine tu pesci", cavalcata tra i segni zodiacali che l'autore e attore palermitano Giuseppe Sorgi porta in giro per l'Italia con immutato successo ormai da 6 anni.

Abbiamo visto lo spettacolo al Teatro Provvidenza, all'interno della rassegna "Sold out a teatro", curata da Giampiero Perone che ha presentato, con la consueta ironia, la data di domenica 9 novembre scorso, aggiunta a grande richiesta dopo che l'ultima serata era andata – appunto - esaurita.

Ogni risata dello show scaturisce da un'analisi che sviscera un aspetto, specie i più negativi e socialmente molesti e quindi divertenti, dei dodici segni. L'analisi viene prima introdotta da un cappello più serioso, che scomoda un carteggio tra Jung e Freud, in cui il primo cerca di convincere il secondo, piuttosto riluttante: "La mia attenzione si è rivolta nuovamente all'astrologia, che contiene un sapere psicologico straordinario, ma proiettato nei cieli. È come se l'inconscio si riflettesse nelle costellazioni… L'astrologia rappresenta la somma di tutto il sapere psicologico dell'antichità."

Partendo da questi assunti il pubblico viene subito coinvolto in prima persona nel proporre via via i segni da affrontare, anche se come spesso accade è l'attore che imbastisce una scaletta che sembra piuttosto rodata, con tanto di finale "a sorpresa".

Ecco allora i Gemelli, che appaiono amabili e principi di simpatia, ma appena varcano la soglia di casa diventano intrattabili, i Sagittari, la cui missione è spiegare per filo e per segno tutto a tutti, gli Arieti, che trattano tutti come discepoli a cui devono rivelare verità trascendenti... Il Toro vive solo per mangiare, dormire e fare sesso, mentre i Pesci vivono troppo intensamente i sentimenti, e la Vergine deve analizzare in modo cerebrale ogni suo stato d'animo.

A mettere pepe alla teoria dei segni, che per altro non ha in serbo scoop sensazionali per chi è avvezzo all'astrologia e agli oroscopi (Sorgi stesso ne cura uno per l'inserto Venerdì di Repubblica) vengono snocciolati svariati episodi di vita vissuta, spassosi perché verosimili e credibili.

Dall'amica Toro che dorme beata sull'aereo mentre Giuseppe vive con terrore un viaggio Palermo-Roma sotto un terribile temporale, alla Vergine che rifiuta di dichiararsi a un uomo aspettando di capire cosa prova davvero per lui finché lui muore di vecchiaia, fino all'irresistibile episodio della zia che non vuole tra i famigliari musi lunghi che gli rovinino il Natale e quindi redarguisce, con una battuta fulminante, una Pesci in lacrime per una delusione d'amore, invitandola a una più vivace vita sessuale…

La disamina dei segni è affrontata con riferimenti sociologici, comportamentali, e impreziosita dal riferimento ai miti che sono abbinati allo zodiaco, e che saranno al centro di un altro spettacolo di Sorgi, una sorta di capitolo due di "Io vergine tu pesci".

Ma non mancano divertenti citazioni di grandi pensatori, letterati e celebrità dei vari segni, da Monica Vitti a Agata Christie, da Cesare Pavese a Gigi Proietti, tutti chiamati dall'autore sul banco dei testimoni a confermare le teorie astrologiche.

Non inganni però l'impostazione accademico/pseudoscentifica dell'analisi: Giuseppe Sorgi sfodera anche un discreto talento di intrattenitore e attore (al Sistina di Roma riprese il ruolo di Franco Franchi nella più recente ripresa del musical Rinaldo in Campo di Garinei e Giovannini): con un buon uso di ritmi, tempi, movenze riesce a dare corpo e vita a discorsi molto teorici, strabuzzando gli occhi, interpretando con movenze e inflessioni vari ruoli, passando spesso da un registro all'altro senza rinunciare a battute di stampo più cabarettistico ("ti senti le farfalle nello stomaco? no, quello è reflusso").

Ma il principale meccanismo che scatena la risata, come quasi sempre accade nella stand-up, scatta piuttosto quando la platea si ritrova nelle situazioni, nei caratteri, nei tic abbinati ai vari segni, così come ci si sente chiamati in causa leggendo l'oroscopo proprio o quello di un conoscente. Il pubblico riconosce nelle descrizioni di Sorgi un amico, un famigliare, il partner, e allora ci si dà di gomito, si crea empatia, ci si immedesima, ci si arrabbia perché pensiamo che col nostro segno non ci abbia preso. O forse perché in realtà ci ha preso troppo.

Sonia Bisceglia e Franco Travaglio

MuTeVoLi © Tutti i diritti riservati 2023
Creato con Webnode Cookies
Crea il tuo sito web gratis!