Piacevole serata al Mancinelli di Orvieto con LA STRANA
COPPIA diretta e interpretata da Gianluca Guidi insieme al sodale Giampiero
Ingrassia, nei personaggi dell'autore di notiziari televisivi Felix
(Ingrassia), depresso e ossessivo, e del giornalista sportivo Oscar (Guidi),
fancazzista ad alto tasso di testosteron
Questo lavoro è considerato da molti una delle migliori
commedie di Neil Simon e, sebbene offra una serie di battute azzeccate, in
particolare nella crescente consapevolezza di Oscar che il suo nuovo
coinquilino maniaco dell'ordine potrebbe distruggere la sua sanità mentale,
alla fine rischia di risultare un po' molle e datata. Ma la regia di Gianluca
Guidi, con qualche leggero ritocco testuale, ha saputo portare alla luce
un'anima nella storia superficiale di due uomini il cui matrimonio è fallito e
che trovano conforto e influenze positive reciproche nella loro amicizia. Come?
Guidi cerca con intelligenza di annullare la distanza tra loro e i personaggi
che interpretano per far sì che le loro performance non siano incorniciate da
virgolette. Guidi non "fa" il macho e lo sciatto; Ingrassia non
"fa" il represso e maniacale. E annullando il divario tra il fare e
l'essere si riescono a portare fatalmente alla luce gli ingranaggi del meccanismo
comico e umano impeccabilmente assemblato da Neal Simon.
Intendiamoci, Ingrassia offre anche la sua comicità da
cartoon e i suoi manierismi che attirano l'attenzione, il suo Felix è un
pazzoide che si fa in quattro, ma deve anche essere un uomo; Giampiero lo sa e
porta la sua recitazione al di là del piagnucoloso e del fastidioso, facendo sì
che non sia difficile interessarsi a questo triste aspirante suicida quando si
presenta alla porta di Oscar dopo essere stato cacciato dalla moglie, sa come
empatizzare con il disperato tentativo di Felix di riempire l'improvviso vuoto
nella sua vita creando una casa per sé e per Oscar. Questo è evidente in
maniera eccellente nel secondo atto, quando si confida con le sorelle Pigeon
sulla sua perdita. L'Oscar di Guidi è un irresistibile tanghero, più che
burbero è un rozzo e impenitente, abbaia e morde con tutta quella rabbia e
rassegnazione da sopracciglio arcuato in stile anglosassone in cui è
specializzato, ma, cosa fondamentale, non è mai antipatico. Possiamo capire
perché quest'uomo sia il "il più caro amico" di qualcuno, anche con
tutte le sue asperità. Le espressioni omicide di Guidi, mentre Ingrassia tira
fuori il Lysoform, ricordano ancora una volta i classici comici, da Oliver
Hardy a Jackie Gleason, che avevano il genio di reagire in modo esplosivo
all'insensata fastidiosità.
Dove LA STRANA COPPIA si sente fuori moda, tuttavia, è nella
sua rigida idea di comportamento che considera non maschile, ovvero che
cucinare - o, se è per questo, prendersi cura di una casa - sia un lavoro da
donne.
La messa in scena non manca di certo di smalto grazie ad un
azzeccato cast di comprimari e ad una scenografia che è un perfetto facsimile
di uno spazioso appartamento dell'Upper West Side, ridotto per l'incuria di uno
scapolo a uno stato oltremodo trasandato e poi trasformato in un batter
d'occhio in un ordine immacolato con l'arrivo di Felix. Le musiche incidentali
jazzate del Maestro Abeni riportano con brio agli esordi della commedia di
Simon.
Che si tratti di gettare la cenere delle sigarette nel
porta ombrelli o di vendicarsi a base di detersivo sulle linguine di Felix,
Guidi ci rende suoi alleati nella frustrata determinazione di Oscar a vivere
nella sporcizia e nella rabbia. In effetti, ti piace così tanto che sei tentato
di fare un'offerta per la stanza da cui sfratta Felix.
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