Parte da Bologna il tour di THE ROCKY HORROR SHOW
di Alessandro Caria
Il Rocky Horror Picture Show è uscito nelle sale cinematografiche alla fine del 1975 senza grande clamore, ma questo musical provocatorio, con la sua parodia campy dei film di fantascienza e horror di serie B, i costumi favolosi e le canzoni vivaci, ha lasciato il segno e ha continuato a riscuotere successo per i successivi 50 anni.
Il film era un adattamento del musical di successo The Rocky Horror Show, creato da Richard O'Brien quando era un attore disoccupato. La storia del dottor Frank-N-Furter, uno scienziato alieno e travestito, vestito come un affascinante dio del glam rock e determinato a sedurre tutti quelli che lo circondano, ha stimolato il pubblico a partecipare in un modo che non si era mai visto prima.
E la versione teatrale di questo spettacolo, diretta da Christopher Luscombe, approderà al Teatro Duse di Bologna dal 7 al 9 novembre, come prima tappa italiana del tour che sta facendo il giro in tutta Europa.
Con l'aumentare della sua popolarità, il pubblico ha iniziato a partecipare attivamente alle proiezioni, travestendosi, ballando, cantando e aggiungendo le proprie battute al dialogo. Le proiezioni divennero anche un rifugio sicuro per i fan LGBTQ+, attratti dalla celebrazione sfacciata della queer culture, della liberazione sessuale e della fluidità di genere.
Rocky Horror Picture Show rimane il film più longevo nella storia del cinema e ancora oggi viene proiettato nelle sale. Ripercorriamo brevemente la sua storia per scoprire come il film sia diventato un fenomeno di culto.
Era il 1974. L'attore Richard O'Brien decise di adattare The Rocky Horror Show per il grande schermo, collaborando con il regista dello spettacolo, Jim Sharman. Mantenerono gran parte del cast originale, ma la 20th Century Fox insistette affinché i ruoli dei protagonisti, Brad e Janet, fossero ricoperti da attori hollywoodiani.
- Un film di cinquant'anni sempre più attuale in questo clima politico
"Alcuni anni fa – ha raccontato O'Brien – mi sono imbattuto nella canzone I'm Going Home, uno dei momenti salienti del film. Mentre scorrevo i commenti sono stato sopraffatto dall'emozione. Rocky Horror aveva sempre fatto parte della mia vita e conoscevo bene il suo impatto sociale, ma quella è stata la prima volta in cui ho davvero compreso l'enormità della sua influenza sulle vite delle singole persone. Ho capito quanto questa storia fosse significativa e complessa: l'ascesa, la caduta e la rinascita di Rocky Horror, il suo influsso su musica, cinema e cultura pop; il fenomeno cult senza precedenti che ha generato, creando uno spazio sicuro per persone di ogni tipo. E purtroppo ho constatato che in questo clima politico Rocky Horror è più attuale che mai".
- Tutto è nato da un fumetto gotico
Richard O'Brien è un attore, compositore e autore neozelandese che approdò a Londra all'inizio degli anni Settanta per partecipare a vari laboratori teatrali. Lavorò nei più importanti musical dell'epoca come The Hair e Jesus Christ Superstar in piccoli ruoli mentre realizzava un fumetto gotico. Il titolo provvisorio era They Came from Denton High e il regista Jim Sharman (che lo aveva diretto a teatro) gli suggerì di modificarlo in The Rocky Horror Show. Dopo un inverno senza ingaggi O'Brien stava per mollare e tornare in Nuova Zelanda quando Sharman lo convinse e trasformare il fumetto in uno spettacolo teatrale musicale.
- Il successo di Londra e Los Angeles, il flop di Broadway
Il 16 giugno 1973 al Royal Court Theatre, un piccolo teatro del West End, andava in scena la prima rappresentazione di un musical che racconta di una giovane coppia che si ritrova dentro un castello spettrale dove lo scienziato Frank-N-Furter e tutti i suoi ospiti intonano canzoni rock e invitano alla liberazione di ogni vincolo sociale e morale e all'accettazione totale del desiderio, prima di tutto sessuale. Lo show ebbe un immediato successo e una serie infinita di repliche, venne esportato in Usa dove nel '74 durò 9 mesi in cartellone a Los Angeles, mentre fece fiasco a Broadway dove i newyorkesi guardavano con sospetto tutti gli spettacoli che non nascevano a New York.
- Frank – N – Furter è l'inimitabile Tim Curry
Una folle avventura che celebra il superamento del genere, il folle scienziato Frank-N-Furter è uomo e donna allo stesso tempo con il suo look di calze a rete, tacchi a spillo e corsetto di pizzo nascosto sotto il camicie che porta il triangolo rosa, simbolo di omosessualità nei campi di concentramento nazista. Lo incarna Tim Curry diventato celebre proprio per questo ruolo (sarà poi il maggiordomo di Signori, il delitto è servito e lo spaventoso clown di It del 1990) che nel corso degli anni ha avuto un rapporto conflittuale col personaggio (lo amava ma era insofferente al culto adorante dei fan).
- Mick Jagger, Lou Reed e David Bowie volevano recitare nel film
Il successo dello show (nonostante le difficoltà a New York dove la produzione al Belasco Theater chiuse dopo un mese e mezzo) portò l'idea di trasformarlo in un film. Mick Jagger, Lou Reed e David Bowie – grandi fan – si dissero pronti a partecipare alla versione cinematografica: The Rocky horror show divenne The Rocky horror picture show ma la produzione del film fece a meno delle grandi star Usa. Il cast rimase quasi completamente quello dello spettacolo teatrale a partire dal suo creatore Richard O'Brien che interpretava il servitore di Frank-N-Furter, Riff Raff.
- Susan Sarandon e Barry Bostwick, i veri alieni
Il film si ispira al cinema di serie B, agli Hammer horror film e alla fantascienza degli anni Trenta e la produzione si svolse principalmente nei Bray studios nel Berkshire. New entry furono una giovane Susan Sarandon e il suo amico Barry Bostwick, ma l'agente dell'attrice non voleva che lei facesse il provino per quel ruolo, che secondo lui le avrebbe rovinato la carriera. Allora ricorsero a uno stratagemma, Sarandon venne all'audizione in qualità di "amica di Bostwick" solo per dargli le battute, la chimica scattò subito ed entrambi vennero scritturati. Sul set inglese i due americani, gli unici che non appartenevano alla compagnia, apparirono come i veri alieni, amplificato lo stupore dei loro personaggi di fronte a quel mondo folle del castello. Durante la lavorazione del film, nel pieno dell'autunno inglese, Susan Sarandon –inizialmente bagnata fradicia e sempre poco vestita – si prese la polmonite e rischiò di non finire il film.
- Quelle labbra scarlatte e il truccatore di Bowie
Le labbra scarlatte che compaiono nei titoli di coda appartengono a Patricia Quinn (la cameriera del castello Magenta). L'idea venne alla fine della lavorazione e la scena venne girata proprio come ultima cosa prima di lasciare il set. Sulla musica di Science Fiction / Double Feature scritta da Richard O'Brien e su quelle labbra sensuali vennero montati i crediti del film. Sul set venne ingaggiato come truccatore Pierre La Roche che poi sarà l'artefice del Ziggy Stardust di Bowie, un grande artista che però aveva un difetto, la lentezza. Alla fine Tim Curry decise di truccarsi da solo per guadagnare tempo.
- Un flop annunciato
Il film all'inizio non ebbe fortuna. Era un prodotto troppo alieno, troppo insolito per essere trattato come una normale uscita cinematografica. Subito funzionò a Londra e a Los Angeles, dove anche lo spettacolo era andato bene, ma faticava in tutte le altre piazze. Uscito ad agosto in Inghilterra e a settembre a Hollywood il film avrebbe dovuto avere la sua première a New York la notte di Halloween ma fu cancellata.
- Le proiezioni di mezzanotte e il successo del film
Mesi dopo sembrava che il destino del Rocky Horror Pictures Show fosse segnato. Ma un dirigente della Fox volle tentare un'ultima carta: riuscì a convincere i distributori a proiettare il film a mezzanotte, a partire da New York dove debuttò il 1° aprile del 1976, cinque mesi dopo quella che avrebbe dovuto essere la vera première. Piano piano gli spettatori in cerca di qualcosa di insolito cominciarono a passarsi la voce, chi veniva al cinema con i costumi del film entrava gratis, molti tornavano portando gli amici. Il culto del Rocky horror cominciò a diffondersi e non si è fermato da allora.
- Una comunità queer e inclusiva
I fan hanno preso quest'opera d'arte e l'hanno fatta propria, dandole una vita che va oltre ciò che mio padre o uno qualsiasi dei suoi creatori originali avrebbero potuto immaginare. Pur essendo sfacciatamente queer, ciò che rende Rocky speciale è che rimane uno spazio inclusivo e condiviso per persone di tutti i generi e orientamenti, un luogo in cui molti hanno capito chi sono e chi vogliono essere".
Uno degli aspetti più amati di The Rocky Horror Show è l'audience participation: travestimenti a tema, battute urlate dal pubblico, interazioni con gli attori e ovviamente il ballo collettivo del Time Warp. Un vero rito teatrale che trasforma ogni replica in una celebrazione condivisa, ironica e liberatoria.
Alessandro Caria