Si presenta sulle note di back to the future come una superstar, con un ciuffo
sparato in alto 20 cm che sfida preconcetti e legge di gravità, Vincenzo
Schettini, il web-prof diventato virale facendo semplicemente il prof e nemmeno di una materia così cool. La fisica può sembrare arida e per
nulla poetica ma lui ce la fa prima digerire, poi capire, e infine amare,
prendendosi il gusto di volare nell'empireo della filosofia motivazionale, quel
mondo in cui rispondendo a un perché ci si trova a porsi tutte le domande
fondamentali della vita: chi siamo, da dove arriviamo, dove andiamo, perché
esistiamo e perché la conoscenza è una chiave per vivere una vita piena in
armonia con noi e gli altri.
"La fisica che ci piace" è una lezione show che ci insegna prima di
tutto che il teatro si può in un attimo trasformare in una scuola e che anche
la scuola può diventare un luogo dove si impara ridendo, divertendosi, anche emozionandosi: così nell'aula del teatro Alfieri in un clamoroso sold out di
3500 persone (la maggioranza tra i 10 e i 18 anni), in sole due serate, alunni di
tutte le fasce d'età hanno alzato la mano per salire sul palco a farsi
interrogare come volontari dal mitico prof. e aiutarlo nei suoi interessantissimi
e facilissimi esperimenti, svolti con semplici oggetti ed esempi di vita quotidiana. Con i suoi gadget e le sue attrezzature dunque il nostro Prof. ci fa letteralmente VEDERE i concetti didattici, “perché la fisica è qualcosa che
si vede”.
La lezione inizia proprio con tre aerei di carta che volano e
richiamano in gioco tutte le Forze che intervengono nel loro movimento. Ed
eccoci in un attimo a parlare di grandezze, misurabilità, forza impulsiva,
cinetica, gravitazionale, e poi via via avvalendosi di altri gadget (quaderni,
tappeti elastici, sedie, botole…) ma anche con la collaborazione del pubblico,
studenti e non, trasformato letteralmente in "classe", a visualizzare grandezze,
come la forza peso, la massa, la reazione vincolare, l'attrito (radente).
Poi entrano in scena una bicicletta collegata a una dinamo e
a una lampadina inserita in un mappamondo, che accendendosi grazie alle
pedalate di una 'malcapitata' spettatrice, introduce il grande tema
dell'Energia Elettrica, la risorsa più importante per la nostra quotidianità, e
con essa tutte le altre forme di energia a partire da quella potenziale, cinetica, fino
alle fonti energetiche alternative rinnovabili e al nucleare.
Il discorso si fa dunque “caldo” e il messaggio diventa "politico": l'Energia Elettrica si può e si deve
produrre il più possibile con le rinnovabili, per raggiungere a livello nazionale
quell'autonomia che solo può affrancarci dai combustibili fossili che paghiamo
carissimo, inquinano, e ci rendono dipendenti da stati anche antidemocratici e
guerrafondai.
Ma come fare? Si spalancano prospettive fantasiosissime ma neanche tanto
improbabili e lontane: dinamo in ogni oggetto capace di produrre movimento, dai
tornelli delle metro (come già sperimentato a Parigi), fino al gesticolante
corpo umano dell'italiano medio.
La lezione sembra non finire e non annoiare mai: si continua a parlare ancora con leggerezza, consapevolezza e sempre un pizzico di poesia di equilibrio, moto, accelerazione,
velocità, pianeti e ancora luce, mare, onde (frequenza intensità e lunghezza).
Attraverso la relatività di Einstein, svelata attraverso pochi esempi ed immagini, raggiungiamo addirittura quei mondi che
credevamo ostici e lontani della fisica delle particelle e della meccanica quantistica,
voliamo dalla terra al cielo provando a sfiorare i buchi neri, ma solo da lontano, attraverso cioè la proiezione di un estratto del film Interstellar, per non rischiare di essere “spaghettizzati” (sarebbe un po traumatico in effetti…). E poi ci parla ancora della vita delle stelle paragonandola alla nostra. Le stelle, i corpi celesti piu affascinanti sono i cuori pulsanti dell'universo, bruciano e si trasformano vivendo l'evoluzione dell'universo stesso. Schettini
fa qui buon uso del suo carisma esortando i ragazzi a non aver paura e a fare
come loro: "bruciate il fuoco delle passioni finché le avete, fate cose, non
state seduti, continuate a costruire, passo dopo passo, una vita da vivere appieno,
create una reazione a catena esplosiva, di comunicazione, pensieri, idee che si moltiplicano esponenzialmente con le altre persone e vedrete che la ricerca e la
conoscenza vi faranno raggiungere il vero, principale obiettivo, che alla fine si può riassumere in un’unica parola: Amare”.
L'invito è talmente accorato e urgente da non sembrare per nulla un
sermone preconfezionato, anche quando esorta a usare bene la grandezza fisica
più importante che la vita ci ha dato, ovvero il tempo, che non va buttato via
o mortificato in nervosismi inutili, conflitti improduttivi, o impiegato a
cercare di cambiare una situazione che non potrà mutare, o a star male per
quello che ci dicono gli altri. Invita
tutti ad utilizzarlo, ad amarlo, abbracciarlo, sfruttandolo qui e ora
esattamente come la forza impulsiva quando in un preciso istante dà vita a un
movimento, pronto a sprigionare il suo potenziale. Insomma Schettini pare aver
capito il vero senso della scuola, che aldilà delle nozioni deve insegnarne
l'utilità nella vita di tutti e deve dare gli strumenti per fondare su basi
solide e durature la vita dei nostri ragazzi.
Se poi lo fa divertendo ed entusiasmando si compie un piccolo
miracolo, come quello che abbiamo assistito all'Alfieri di Torino grazie a lui.