Scifoni Francesco Superstar
di Alessandro Caria
L'idea di San Francesco giullare di Dio, ioculator Domini, non è certo nuova. L'aveva già utilizzata teatralmente nel 1999 per il suo Lu Santo Jullare Françesco il premio Nobel Dario Fo, il quale la riprendeva da una delle più importanti biografie scritte in tempi moderni, il San Francesco di Raoul Manselli. Insomma che il figlio del ricco mercante di panni Pietro Bernardone fosse un bravissimo showman e un abile uomo di comunicazione, è cosa risaputa. Il titolo dello spettacolo che andrà in scena il 3 e 4 gennaio 2024 al Teatro Duse di Bologna, scritto e interpretato da Giovanni Scifoni (qui diretto da Francesco Brandi), FRA' - San Francesco, la superstar del Medioevo – prodotto da Viola Produzioni in collaborazione con Mismaonda – fa l'occhietto allo slang romano, ma siamo sicuri che anche a Bologna Scifoni saprà incantare la platea con il suo monologo che pur confermando una attenzione per i fatti politici, resta senza dubbio più intenso il suo afflato mistico. Non lo nasconde, lo mischia alla spettacolarità della performance, allo scherzo, alla battuta e sfrutta così un'intrinseca teatralità del santo, facile da estrarre, per moltiplicare la brillantezza della propria prova di showman.
"Ma il vero problema con cui mi sono dovuto scontrare preparando questo spettacolo è che Francesco era un attore molto più bravo di me", scrive Scifoni, nelle note di presentazione. Questa è una captatio benevolentiae assai abile perché lascia intendere che il povero attore accetta il rischio, anzi la certezza, di cadere sotto il peso dell'immenso santo giullare, quando invece si arrampica con dolcezza su una spalla del gigante, lo imita nelle sue prediche visionarie, nelle improvvisazioni matte, nelle fantasmagoriche performance e ricostruendolo quale santo pop, si fa esso stesso attore pop. Un modo italiano di stare in scena in cui il personaggio è interamente al servizio del suo interprete.
"Come si fa a parlare di San Francesco D'Assisi senza essere mostruosamente banali? Come farò a mettere in scena questo spettacolo senza che sembri una canzone di Jovanotti? Se chiedo a un ateo anticlericale "dimmi un santo che ti piace" lui dirà: Francesco. Perché tutti conoscono San Francesco?", si domanda il regista Brandi e la risposta che trova per cercare la giusta chiave di lettura della sua messa in scena consiste nel rendere la figura del Santo di Assisi come un autentico artista. Forse il più grande della storia. Le sue prediche erano capolavori folli e visionari. Erano performance di teatro contemporaneo. Giocava con gli elementi della natura, improvvisava in francese, citando a memoria brani dalle chanson de geste, stravolgendone il senso, utilizzava il corpo, il nudo, perfino la propria malattia, il dolore fisico e il mutismo.
Lo spettacolo sarà accompagnato dalle musiche di Luciano Di Giandomenico da lui stesso eseguite dal vivo su strumenti antichi assieme a Maurizio Picchio e Stefano Carloncelli.
Insomma, un'occasione imperdibile per il pubblico bolognese per vedere in scena Giovanni Scifoni, che nella prossima primavera, dopo aver dismesso il saio francescano indosserà la tonaca di Don Silvestro, che fu di Johnny Dorelli, per festeggiare i 50 Anni del celebre AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA, successo planetario scritto da Garinei e Giovannini con Jaja Fiastri, con le splendide musiche del Maestro Armando Trovajoli, le acrobatiche coreografie di Gino Landi e i costumi e le scene rotanti di Giulio Coltellacci.
Alessandro Caria