In principio fu Dustin Hoffman, che diretto dal versatile talento di
Sydney Pollack mise tutte le sue capacità mimetiche e la totale immersione nel
personaggio alla Actor's Studio in Tootsie, alias Dorothy Michaels: la diva
televisiva creata per ripiego dall'attore disoccupato Michael Dorsey, che agguanta
il successo solo travestito da donna. E il successo, così come il record di
incassi, (nell'82 secondi solo al fenomeno spielberghiano E.T.) arrise anche
alla pellicola, diventata ben presto cult per la trama divertente, il ritmo
spigliato, le interpretazioni sublimi di Hoffman e Jessica Lange, quest'ultima
premiata con l'Oscar.
Sulla scia della fortuna
infinita che a Broadway raccolgono le trame 'en travesti', da Victor Victoria a
Hairspray, da Priscilla a Mrs. Doubtfire, ecco che anche il mondo del musical
si appropria della sceneggiatura di Larry Gelbart e Murray Schisgal, trasportando
la vicenda dalla tv al teatro musicale e condendola con le orecchiabili canzoni
di David Yazbek (The Full Monty, The Band's Visit). Non fu un successo
esorbitante ma fece parlare di sé sulla Great White Way, grazie
all'interpretazione del mattatore Santino Fontana che si portò a casa il Tony
Award come miglior interprete maschile.
I palcoscenici italiani avevano
già adottato questa storia, così perfetta per il gioco del teatro, e nel 2006
avevano anticipato Broadway con una primissima versione musical di Tootsie,
tutta italiana e diretta da Maurizio Nichetti, con Marco Columbro mattatore accanto a Chiara Noschese ed Enzo
Garinei.
Lo show americano vede invece
il suo debutto nostrano nella corrente stagione: il regista Massimo Romeo
Piparo veste Paolo Conticini del doppio ruolo protagonista e ci regala uno show
fresco, sorridente, solare e scoppiettante, che vede in Enzino Iacchetti una
punta di diamante di simpatia, ironia e tempi comici. Nei panni dell'amico che
bonariamente giudica, severamente consiglia e condivide risate e guai col protagonista,
tiene sulle sue spalle e sulla propria solida esperienza da mestierante della
risata gran parte dello show.
Da parte sua Conticini ha
misura, garbo, sensibilità, senza oltrepassare mai il limite del buongusto in
una parte facilissima da sguaiare. Canta il giusto, ballicchia, emoziona
modulando al femminile voce e movenze tanto da risultare addirittura più
credibile da Dorothy che da Micheal.
Al fianco dei protagonisti un
eccelso cast di performer del musical italiano: Beatrice Baldaccini (Julie,
l'attrice che si innamora di Dorothy e alla fine di Micheal) è ormai una
sicurezza: la sua vocalità strabordante cresce di produzione in produzione,
così come l'intensità della sua prova di attrice, mentre Ilaria Fioravanti è la
vera rivelazione dello show nei panni di Sandy, la complessata amica del cuore
di Micheal che vive la nevrosi da provino fallito: il suo scioglilingua "What's
Gonna Happen" è sicuramente il brano più accattivante dello score. Da
segnalare anche il regista Ron di Massimiliano Carulli, personaggio
riuscitissimo e istrionico, così come le performance di Sebastiano Vinci,
Roberto Tarsi e Matteo Guma.
Tutti concorrono a rendere
fluido e godibile uno spettacolo che tra risate contagiose e spiritosi
equivoci, fa passare d'un fiato le sue due ore e mezza abbondanti grazie alle
scene colorate, rotanti di Teresa Caruso (con belle proiezioni
auto-referenziali in salsa Peep Arrow), ai graziosissimi e scintillanti costumi
di Cecilia Betona, e alle coreografie adeguate e stilose di Roberto Croce.
Ai ringraziamenti finali è
ancora Enzino a sorprenderci con uno spassosissimo fuori programma a tema.
Una risata in più, di cui c'è
sempre più bisogno.