Tris di cuori e risate

24.05.2025

di Sonia Bisceglia

Cielo, mia moglie! Tris di cuori, la divertente commedia prodotta da Goldenstar che ha concluso la fortunata stagione 24-25 del Gioiello di Torino, parafrasa il famoso tormentone delle commedie degli equivoci e lo ribalta. Come il protagonista di Taxi a due Piazze, Paola Barale è una scrittrice bigama, pardon 'biandrica', che felicemente porta avanti ben due matrimoni, ovviamente almeno finché i mariti ne rimangono all'oscuro.

La novità dello show, rispetto ad altri titoli che sottendono lo stesso meccanismo comico, sta forse nella giustificazione morale che la protagonista rivendica: invece di cercare in un amante quel che non trova in un marito, con gli inevitabili e squallidi sotterfugi, ha sposato due consorti complementari, Giorgio, professore di matematica precisino e compulsivo, e l'artista bohemien Danny, cantautore in crisi di ispirazione. Riesce così a godere contemporaneamente di tutte le qualità che vorrebbe in un uomo e che un partner solo non potrebbe mai offrirle, il pragmatismo e la fantasia, l'affidabilità e l'istinto, senza – a suo parere – tradire nessuno dei due, visto che li ama entrambi, dividendo in parti uguali la gran quantità di sentimento di cui è capace una donna.

Il castello regge finché il consueto elemento di disturbo, nella fattispecie un test di gravidanza, non fa precipitare gli eventi verso un disvelamento, tanto inevitabile quanto impossibile da affrontare: i due mariti, che la chiamavano uno Maria e l'altro Teresa scoprono, dopo essersi conosciuti per caso, di aver sposato la stessa moglie: Maria Teresa.

Incontriamo quindi, in una girandola di situazioni rocambolesche e imprevedibili, tutte le varianti del ménage a trois, sia quelle consapevoli e, come si diceva in qualche modo 'programmate', che quelle che nascono per caso da una folle serata alcolica, creando sensi di colpa che trasformano le vittime in colpevoli e viceversa.

Il bravo Toni Fornari, autore e regista della pièce, giostra bene il materiale camminando su un filo sospeso tra classico e moderno, tra la pochade e la rom-com, non facendo mancare al pubblico una buona dose di imprevisti e colpi di scena, in un mix tra riflessione di costume, azione, battute e interpretazioni magistrali.

Al citato celebre volto televisivo il difficile compito di tenere le fila della narrazione, ruolo che svolge con diligente senso scenico e un notevole senso del ritmo, potendo contare altresì su tre straordinari compagni di palco, tutti dotati di ottimi tempi comici.

Lo spigliato talento di navigato caratterista di Simone Montedoro (volto familiare al grande pubblico per aver partecipato alle prime stagioni di Don Matteo, e visto questa stagione anche nel meraviglioso musical Prova a prendermi) convince e trascina nel ruolo di Giorgio, mentre la schietta simpatia sorniona di Mauro Conte rende Danny un personaggio brillante e coinvolgente, specie quando gli si accendono lampadine per nuove canzoni, che scopre poi già esistenti.

Ma la vera rivelazione dello show è la travolgente amica/editrice Sara di Ilaria Canalini, il cui trascinante accento pugliese rende irresistibile un'interpretazione davvero trascinante tra cinismo e bonario sfottò.

La scena fissa, con i due appartamenti affiancati, che in altre commedie di questo genere mostra plasticamente la doppia vita al centro delle vicende contribuisce a un approccio quasi cinematografico, e per forza di cose spezzettato, del flusso drammaturgico, che dopo un'esposizione iniziale dei caratteri e della vicenda, entra presto in un fuoco di fila di eventi, reazioni e contraccolpi, fino al disvelamento finale che cambia totalmente le carte in tavola, in modo forse prevedibile ma sicuramente efficace.

Soprattutto a sentire le risate e gli applausi del pubblico che dimostra di apprezzare convintamente sia il finale della commedia che il finale della stagione.

Sonia Bisceglia

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